La fortuna all’epoca di questo tipo di prodotto era che non c’era il numero di televisioni private che c’è adesso, perché allora Telelombardia i video qui studio a voi stadio era più o meno da sola a farlo, non c’erano le miriadi di televisioni locali, prettamente locali, e a Milano non era ancora nata Antenna 3.
Per cui era la prima volta che in televisione portavi qualche cosa di dichiaratamente schierato perché avevi il giornalista, il cronista tifoso che ti raccontava le gesta della tua squadra, per cui c’era il transfer telespettatore-video, perché era uno come te che ti raccontava le cose che tu forse avresti anche sognato, voluto fare, ma che sicuramente ti venivano dette con un linguaggio molto meno caudato dell’emittente di stato e molto più vero sotto certi punti di vista.
QSVS mano a mano è salito di territorialità e al collegamento con S. Siro si sono aggiunti i collegamenti con tutta la Lombardia, il primo sconfinamento su Parma, l’allargamento a Torino.
Insomma ci sono stati tutta una serie di collegamenti dagli stadi che hanno dato fiato a questa trasmissione che essendo fatta a Milano, centro per quello che riguarda lo sport nazionale televisivo, parlo sempre di riferimenti televisivi, veniva presa come must, veniva preso come punto di riferimento, a un certo punto era «ma chi l’ha detto?» «L’ha detto QSVS», era diventato un totem televisivo così come era per la carta stampata un totem La Gazzetta della Sport: «ma chi l’ha detto?» «La Gazzetta».
«Ah beh se l’ha detto la Gazzetta va bene, ah beh se l’ha detto QSVS va bene»....continua