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MILAN, RINASCE LA SPERANZA

Genoa Milan 19 aprile 1982 risultato 1 a 2 Baresi segna e porta la squadra alla vittoria un appiglio per non guardare ancora alla serie B

MILAN, RINASCE LA SPERANZA
19 aprile 1982

Maldera s'alza dalla panchina e pareggia Poi Baresi su rigore trafigge il Genoa.
I rossoneri finalmente sono apparsi rinfrancati - Antonelli è stato irrefrenabile, Novellino ha colpito un montante, Baresi e Collovati sono stati mastini in difesa e Maldera quando è andato in campo ha segnato la splendida rete del pareggio.
Genoa 1 Milan 2 marcatori: Briaschi al 31', Maldera al 75' Baresi (rigore) all' 80'.
Genoa: Martina; Romano (Manfrin dal 76'), Testoni; Corti, Onofri, Faccenda (Gorin dal 17'); Vandereycken, Boito, Russo, Briaschi (12 Favaro, 14 Capezzuoli, 16. Olmi.) Allenatore Simoni.
Milan: Piotti, Icardi, Tassotti; Venturi (Incocciati dal 46'), Baresi, Collovati; Novellino, Battistini, Antonelli, Evani (Maldera dal 74'), Romano (12 Incontri, 14 Minoia, 15 Moro) Allenatore: Galbiati.
Arbitro: Menicucci, di Firenze.
Note: Ammoniti Icardi, Baresi e Gorin per scorrettezze, Martina e Antonelli per ostruzionismo.
Spettatori 34.574 più 8.475.
Incasso L. 227.541.000 più 49.800.000 di quota abbonati.
 
Genova - Finalmente un sussulto, una feroce reazione d'orgoglio. Un gol spettacolare di Maldera, un rigore di Franco Baresi e il Milan è tornato alla vittoria.
Ha battuto il Genoa per 2-1 ed è riuscito nell'impresa pressochè miracolosa di riavvinghiare per un lembo della sottana quella strega dalle mani adunche che, lacerandone le carni, aveva tentato di sospingerlo sempre più irrimediabilmente verso il baratro della B.
Adesso la B è sempre lì sotto, nera e minacciosa come un mostro dalle fauci spaventose. Ma il Milan ha trovato un appiglio, può ancora sperare di bloccare la propria caduta.
E' il Genoa che deve cominciare a tremare molto più di quanto non abbia fatto in passato. La squadra ligure ha molte colpe da farsi perdonare e se dovesse finire in B, proprio in sostituzione del Milan, avrebbe tutte le ragioni di cospargersi il capo di cenere..
Con il Milan, il Genoa avrebbe potuto liquidare il suo duello diretto già durante la partita d'andata..
A Milano, ricordate, la formazione ligure rinunciò praticamente a cogliere una vittoria facile per pigrizia mentale, per mancanza di quell'"animus pugnandi" che qualunque atleta o qualsiasi squadra dovrebbe sfoderare, nei momenti dell'agone..
Ieri, nella sua stessa Genova, la formazione di Simoni è ricaduta in un errore analogo. Ha giocato un primo tempo eccellente ha segnato un gol meritatissimo con il vivacissimo Briaschi che, al 31' ha deviato in rete un angolo di Vandereycken, poi ha deposto le armi..
Fin dall'inizio della ripresa, ha cominciato a fare melina, ha cercato di tenere il pallone e la vittoria, in attesa che scorresse il tempo..
Ma ha compiuto almeno due errori fondamentali: ha dimenticato che è sempre molto pericoloso lasciare l'iniziativa agli altri per 45 minuti di seguito; ha soprattutto ignorato il fatto che, per congelare il gioco, per irretire gli avversari in una ragnatela snervante di passaggi, bisogna quanto meno approntare una formazione adatta.Gigi Simoni, il tecnico del Genoa, ha mandato in campo inizialmente una squadra con due punte effettive, Russo e Briaschi..
Al 31' del primo tempo ha colto il giusto premio della sua audacia, con il gol già citato di Briaschi..
Nella ripresa avrebbe dovuto chiedere ai suoi uomini un secondo gol oppure sacrificare una delle due punte e aggiungere alla squadra un centrocampista in grado di aiutare lo splendido Vadereycken a tenere la palla e ad infiorare la partita di lunghe pause palleggiate..
Ha tenuto invece in campo due punte incapaci per impostazione tecnica e psicologica di tener palla ed ha preteso ugualmente di congelare il gioco..
Uno sproposito tattico, del quale ha pagato inevitabilmente un pesantissimo scotto. Adesso, alla vigilia delle partite con il Cagliari ed il Napoli fuori, con il Bologna e il Catanzaro in casa, è dramma. Ma non è ancora tragedia. Nella tragedia rimane coinvolto più che mai invece il Milan. Sarebbe davvero imperdonabile che la squadra milanese non riuscisse a capitalizzare i due punti colti a Genoa e a dare quindi una spinta ad un volo temerario verso la salvezza..
Avere affossato il Genoa e poi precipitare con lui in serie B costituirebbe per il Milan l'ennesimo colpo sciagurato di una stagione che più sciagurata non avrebbe mai potuto essere. Ma speriamo che così non sia. Lo avevamo sempre scritto che i giocatori del Milan non potevano essere diventati di colpo un branco di asini, che le loro sconfitte erano sicuramente da addebitare a carenze da ascrivere prima alla società, quindi ai tecnici che si sono avvicendati in panchina..
La partita di Genoa ha confermato in pieno l'assunto..
Liberatisi finalmente da tutte quelle remore psicologiche in cui si erano impantanati ai tempi di Radice e in cui erano ancor più desolatamente franati dopo l'avventura di Galbiati, i ragazzi sono tornati a sfoderare le loro qualità migliori..
Antonelli è riapparso d'improvviso quel campione elegante e irrefrenabile che era a lungo brillato nel Milan della stella..
Novellino è tornato a ruggire come ai tempi migliori ed ha persino colto in pieno un montante, nella fase più calda del secondo tempo, con un tiro di prima rabbioso e imparabile. Collovati e Baresi hanno sputato l'anima, non soltanto per bloccare Russo ma anche per sospingere la squadra verso la miracolosa riscossa..
Ma, su tutti, una citazione particolare merita un altro dei "vecchi" rossoneri così a lungo bistrattati in questo incredibile Milan di Galbiati, Aldo Maldera..
Il fedelissimo difensore rossonero era stato difensore era stato lasciato a languire in panchina. Sin dall'inizio era parso evidente che Icardi soffriva moltissimo la marcatura di Jachini e che, per contrapposto, non era neppure in grado di garantire alla squadra quella spinta sulla sinistra che solitamente le garantisce Maldera..
Ma nonostante tutto, Maldera rimaneva incollato alla panchina. Solo al 74' Galbiati si è ricordato di poter rilanciare nella mischia l'ex capitano di tante battaglie vittoriose e dopo neppure quaranta secondi Maldera lo ripagava della sua generosità, mettendo a segno il primo gol del Milan: spiovente in area del giovane Incocciati (anche lui tirato fuori nella ripresa) e spaccata volante del terzino che, con un balzo spettacolare, toccava la palla di sinistro e la scaraventava alle spalle del pur ottimo Martina..
Un grande gol. Un gol che faceva da galvanizzante preludio all'azione più entusiasmante per i molti tifosi milanisti presenti sugli spalti ma più sconcertante per quelli genoani..
Antonelli, ancora lui scattava da destra verso sinistra, serviva Romano e quest'ultimo tentava il triangolo..
Appena un metro dentro l'area però era Briaschi che allungava una mano rapidissimo e deviava netto la traettoria del pallone..
Rigore inevitabile. Ma come poteva essere mai saltato in mente a Briaschi di compiere un fallo da rigore così plateale e così inutile?.
David Messina
Dalla Gazzetta dello Sport
19 aprile 1982

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