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BARESI CAPOLAVORO DEL 600

franco baresi tocca le seicento presenze l'importanza della sua presenza in campo e fuori, leader di tutti, compagni e tifosi ad un anno dalla fine del contratto e un futuro da decidere, decifrare continuare o no.

BARESI CAPOLAVORO DEL 600

 9 aprile 1994

 "I ricordi più belli? Via non finirei più di raccontare"

 "Facciamo una bella cosa - aggiunge - : il bilancio lo tiriamo il prossimo anno, il mio contratto scade nel '95."

Ha un dolore al polpaccio ma non si tira indietro. "L'anticipo col Torino? 

Capello vorrebbe farmi riposare, ma io sono pronto: se mi chiede di giocare, gioco." "Questa sarebbe stata una settimana importante per stare tutti insieme e invece.." E invece? "Abbiamo avuto a disposizione solo un giorno"

Fabio Capello seduto al centro del solito divano bianco fa un sorriso stracco. Silenzio. Taccuini pronti. Adesso si pensa, parte, esplode. Contro Sacchi, contro le sue manie, contro gli stage di 48 ore che scombussolano, stressano, rovinano i piani, stancano i giocatori. Adesso gliele canta, pensano tutti. E invece non dice nulla, Capello.

Nella nazionale non mette naso, quello che ha detto ha detto. Stop dice soltanto. "E' così." Sugli stage già programmati Capello ha già esternato, il suo pensiero è conosciuto. Inutile insistere, fa capire. "Pensiamo a Torino, al Torino - dice - una squadra che, a differenza della Juve, ci ha sempre messo in difficoltà.

La coppa? Viene dopo". Però stabilisce riposi e rientri pensando anche a Oporto. Mercoledì il Milan si gioca il primo posto, la semifinale in casa. Vorrebbe far riposare, non rischiare anche il capitano. "Ha un problema al polpaccio - informa Capello - adesso vediamo cosa dice lui e cosa dice il medico. Decideremo insieme prima della partita" Male al polpaccio? Dove ha preso il colpo? chiedono in coro i cronisti. Dove l'ha preso? Con il Pontedera? No, si tratta di un residuo del Parma, uno scontro con un attaccante. Vediamo dice Capello - è in dubbio. Se non ce la fa, gioca Filippo Galli o Nava." Ma giocherà, il Piscinin. Perchè è partito per Torino, e se Franco Baresi parte, va in ritiro, vuol dire che gioca.

 Altrimenti sarebbe rimasto a casa. A casa, tranquillo, a tirare il fiato, a riposare. Ma uno come lui, che si è sempre battuto con la rabbia, la forza, che si batte ancora con l'entusiasmo di un ragazzino è indispensabile.

Franco Baresi, il più grande, non conosce turn over e rotazioni perchè la sua presenza dà coraggio, tranquillizza: è insomma determinante. Ne sa qualcosa anche Sacchi. Dopo il suo ritiro dalla nazionale aveva detto: "Contano gli schemi, conta il gioco". Ma sussurrano qui fra il fastidio e lo sbalordito, poi per qualificarsi con la sua Italia ha dovuto richiamarlo.

Altro che schemi e gioco. E' andato a riprenderselo, in barba a tutti i pressing e le tattiche ferree. Però, sale il tam tam di Milanello, avrebbe potuto risparmiargli le amichevoli. Cosa l'ha convocato a fare con la Francia e la Germania?

Baresi non ha più vent'anni, è una rosa al naso, va tenuto in una campana di vetro. Baresi deve durare più a lungo possibile. E invece lo ha chiamato, mezzo acciaccato addirittura per uno stage di 48 ore. Per rinfrescargli gli schemi? Sempre a Milanello c'è chi ricorda il rapporto di Arrigo con l'allora c.t. della nazionale Vicini, definito dallo stesso Sacchi a quei tempi, "un selezionatore".

E si chiede: "come avrebbe reagito se Vicini alla vigilia di una partita scudetto e a otto giorni da una semifinale di coppa Campioni gli avesse "rubato" anche per 48 sette giocatori? Meglio non pensarci. Ma il tempo passa e gli uomini e i tecnici cambiano e dimenticano.

Sacchi che non si considera un selezionatore, tira acqua al proprio mulino e lo stesso vorrebbe fare il Milan che sta tentando di centrare un'accoppiata da leggenda. Al Milan, alla fine, dicono che la nazionale è importante, sacra è tutti noi, noi siamo orgogliosi di fornire uomini alla nazionale eccetera eccetera. Ma lo stage di 48 è rimasto sullo stomaco a molti.

 Torniamo a Baresi. Arriva a Torino e in serata offre la sua disponibilità: "Magari Capello vorrebbe farmi riposare - dice il capitano - ma io sono pronto. Se mi chiede di giocare io gioco" Giriamo la domanda a Capello, risposta scontata: "Franco se la sente? Bene, allora gioca." Oggi taglia un altro straordinario traguardo: seicento partite ufficiali con il Milan. Davanti a lui solo Rivera. "Seicento? Ma siete proprio sicuri?" Chiede sorpreso Baresi. Franco sono seicento il tempo passa. Vogliamo ricordarne un pò? Fa una smorfia simpatica. "Vìa, non si finisce più. Da dove parto? No, non è possibile. Facciamo una bella cosa: il bilancio lo tiriamo il prossimo anno.

Il mio contratto scade nel '95". No, caro capitano, Baresi è un capolavoro e i capolavori non hanno scadenza.

Germano Bovolenta

Dalla Gazzetta dello Sport

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