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VITA CON E PER I GIOVANI

Lino De petrillo giocatore e capitano degli anni 60 giocatore di grande carisma e buona classe Attilio de petrillo suo figlio è al timone del settore giovanile della primavera che è stato giocatore prima di ritirarsi. Giorgio micheletti descrive le due generazioni di petrillo e il loro legame con la città di pisa

VITA CON E PER I GIOVANI

21.3.2008

De Petrillo è un nome che a Pisa dice e anche tanto.

Bisogna avere un pò di memoria ma è difficile per chi segue il calcio sotto la Torre da un pò di tempo sentire questo nome non correre con la memoria agli anni '60 quando per un lustro intero la fascia di capitano è stata sul braccio di Lino De Petrillo, giocatore di grande carisma e di buona classe.

Uomo che poi ha fatto diventare Pisa la sua città e il suo centro di attività.

Oggi un altro De Petrillo, Alessio, siede al timone del settore giovanile e della Primavera e quel cognome, per la società del presidente Covarelli, vuol dire prosecuzione ideale e ripresa dei valori del passato.

Quando sono stato nominato responsabile dei giovani nerazzurri - ha detto Alessio - la mia gioia è stata grande ma anche di più quella di mio padre che vedeva in questo incarico una sorta di chiusa di un cerchio aperto tanti anni fa

Recupero delle collaborazioni con il territorio, creazioni di almeno un paio di giovani ad annata che possano sbarcare in prima squadra e rappresentare all'occorrenza una moneta di scambio con le grandi: questi sono alcuni dei punti del programma di De Petrillo per il rilancio del settore giovanile che lo ricordiamo, lo scorso anno ha avuto la soddisfazione di disputare la Coppa Carnevale con la Primavera.

Innanzitutto cerco di recuperare il rapporto di collaborazione con le società della zona - dice Alessio - offro rispetto del loro lavoro, massima serietà e trasparenza, in cambio chiedo di arrivare almeno... secondo sui loro giovani più promettenti.

Non è facile dato che i rapporti si sono deteriorati con il tempo, ma credo che sia l'unica strada davvero perseguibile. Il fatto che Alessio abbia sulle spalle sia la responsabilità del settore giovanile quanto la direzione della Primavera non lo spaventa.

"Non è la prima volta che ho un incarico duplice: mi era capitato anche a Ellera (in provincia di Perugia) dove per un anno ho fatto l'allenatore giocatore.

E' stata un'esperienza formativa che ora mi serve molto perché riesco ad analizzare ogni problema sotto diverse angolazioni"

E per l'esperienza non bisogna dimenticare tutta la carriera di Alessio che si è dipanata in tutte le categorie a partire dalle giovanili del Pisa, per passare all'Empoli con il raggiungimento della massima serie, Foggia e altre realtà professionistiche toscane. Poi cinque interventi chirurgici allo stesso ginocchio in otto anni mi hanno convinto che era meglio smettere. A soli 32 anni non è stata dura perché  il campo non mi è mai mancato: la carriera di allenatore è iniziata subito ed è stata florida di successi e soddisfazioni.

Sempre con un obiettivo ben presente: il futuro sono i giovani e lavorare con i giovani è sempre stato un divertimento e la convinzione di fare qualcosa di utile per loro e per le società dove ho lavorato

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