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STORIA DI FRANCO BARESI

La storia di Franco Baresi, storia di un grande campione, il suo carisma e i suoi silenzi. un esempio per tutti.

di Sonia Fusco

Milano . Qui vive Franco Baresi, questa è la città che l'ha adottato e che il Grande Capitano rossonero ha dichiarato più volte essere la sua città.
715 partite nel Milan, 36° anno di vita (professionale) rossonera.
Guido Settembrino, che allora allenava l' U.S.O. (Unione Sportiva Oratorio) di Travagliato, il paese in provincia di Brescia dove Franco è nato l'8 maggio 1960, portò i fratelli Baresi a fare un provino all'Inter.
Per Beppe risultò positivo, per Franco non soddisfacente, con un fisico considerato troppo gracile, e così lo portò al Milan.
Era il lontano 1974. Qui seppero capire le grandi doti che Franco aveva in sè e così scommisero su quel giovane che non aveva un grande fisico ma una volontà e una voglia di riuscire enormi.
23 aprile 1978, stadio Bentegodi giornata n.28, Verona Milan 1-2. Nel Milan ci sono Rivera e Capello. E 'il grande giorno. Il debutto in prima squadra.
25 agosto 1978, San Siro, notturna. Si gioca Milan-Flamengo, prima partita del torneo Città di Milano.
Vincono i rossoneri, gol di Rivera. Il numero 4 è Baresi, il ragazzino che aveva esordito 4 mesi prima. Ad certo punto il "piscinin" si gira, guarda Rivera con faccia dura e gli grida "Allora, me la passi!".
E lui: "subito". ''Buon carattere", dichiarò Rivera ai giornalisti.
Lui che fuori dal campo diventava rosso e gli dava del lei quando lo vedeva...ma in campo si trasformava.
Aveva un contratto da 12 milioni annui e fu Rivera che parlando con gli altri compagni propose di dare il premio scudetto anche a lui: 50 milioni. Fece il suo primo importante acquisto: una Golf grigia. Spese 9 milioni. "Quasi tutto, ma lo scudetto andava festeggiato" dichiarò.
Il suo ruolo era quello del libero, nonostante questo ruolo non sia tra quelli che fanno muovere le fantasie dei tifosi.
Aveva una grinta, una tecnica...così nitido era il suo tocco, così perentorie le sue sortite in campo aperto, così determinato il suo tackle che sapeva trascinare come nessun altro in campo soprattutto nei momenti di difficoltà tutti i suoi compagni e di tutti i tifosi milanisti (e non...).

1982 - Purtroppo il Milan con l'allora presidente Felice Colombo è travolto dallo scandalo delle scommesse e il Milan finisce in B. Affranto Baresi afferma:" non avrei mai pensato che alcuni miei compagni giocassero contro il Milan".
Un anno in B e la squadra risale nella massima serie.
Nel 1981 Baresi si sente male, viene portato a braccia in ospedale, non riesce a stare in piedi, si sente "nell'aria" che ha un brutto male, ma non viene mai scritto ufficialmente e così tra tanti esami e ospedale si scopre che ha la setticemia.
Dopo alcuni mesi, guarito, ritorna al Milan, ma la squadra senza di lui sta affonda ed è di nuovo serie B. Potrebbe andarsene, le richieste non mancano, ma a differenza di Collovati che passa all'Inter per non andare in B, lui resta e diventa a soli 22 anni il Capitano del Milan e bandiera inarrivabile del Milan e di tutti i suoi tifosi.

Era il 12 settembre 1982, Milan Sambenedettese 2-2.
Il suo primo gol in campionato arrivò il 4 aprile 1982 Roma Milan.
Non che ne abbia fatti tanti (ha evitato che ne entrassero tanti!) ma tra questi vorrei segnalare che nonostante sia stato il più grande libero del mondo, comunque un difensore, detiene un record da attaccante che dal 10 gennaio 1990 Milan Messina 6.0 nessuno ha ancora battuto e per nessuno intendo neanche i più grandi.
Il record di gol fatti in Coppa Italia in una sola partita.
Attualmente è in "condominio" con un altro grande del passato Josè Altafini che l'ha stabilito nella partita Napoli Spal del 1966 Coppa Italia. Tre gol.
Peccato che nella partita già descritta Baresi ne avesse segnato un quarto, ma l'arbitro l'ha annullato per un presunto millimetrico fuorigioco!
Il 4 dicembre 1982 il debutto in Nazionale.
A Firenze, causa la mancanza di Scirea allora il miglior libero del mondo, il giovane Baresi si trovò a sostituire un gigante e andò benissimo. Italia Romania 0 0.
La particolarità di questa partita è il giorno dopo. Il giorno dopo, Baresi si trovò a giocare in campionato con il Milan in Milan Como risultando tra i migliori. Due partite in due giorni!!!
Ha segnato un solo gol, in Italia Romania 4-1. 20 febbraio 1982
Gli fu dato come soprannome, Franz, per avvicinarlo al grande Beckembauer.

Per Franco l'83 si apre nell'appuntamento col destino. Un giorno mentre era in ritiro con il Milan ad Arezzo, conosce la dolce e forte donna che gli ha ridato il sorriso, Maura sua moglie.
L'arrivo di Berlusconi nel 86 porta una nuova mentalità vincente, una società solida e la classe di una squadra che aveva nella sua forza un mix tra salde radici identitarie (la metà venivano dal settore giovanile) e i tre olandesi fecero diventare il milan degli Invincibili
Il 1986 verrà ricordato come l'arrivo di Berlusconi, un imprenditore che rileverà la squadra mentre sta andando in fallimento e rilanciarla con idee entusiasmo il più in alto possibile.
Il rifiorire della "rosa" Milan è stato un insieme di fortunate coincidenze: l'arrivo proprio in quell'anno di Berlusconi e un giusto mix tra grandi professionisti che componevano l'anima del Milan e che erano già presenti nell'organico come il Dottor Monti rimasto al Milan per 36 anni e Galbiati (30 anni), Francesco Zagatti, che Franco l'hanno visto crescere sia come uomo che come calciatore, Ramaccioni e nuovi dirigenti e collaboratori come il preparatore atletico Pincolini, come l'attuale Vicepresidente Vicario Galliani e Braida e l'innesto in prima squadra di tanti giovani ragazzi (rivelatesi la miglior difesa del mondo ) ma già grandi promesse provenienti dalla primavera del Milan insieme all'arrivo di grandi fuoriclasse come i tre grandi olandesi Van Basten Gullit e Rijkaard e di un allenatore sconosciuto che modificando la mentalità, portò un nuovo modo di pensare al calcio giocato, risultando vincente.
Tutta la difesa era formata da questi ragazzi che venendo dal settore giovanile erano tutti amici ed erano come le radici di un giovane albero che cresceva forte, e fu presto definita la difesa degli Invincibili.
Per Tassotti e Baresi che avevano vissuto la serie B era una nuova vita.
In pochi anni grazie alla nuova società Milan e alla sua grande organizzazione potè competere con le più grandi squadre al mondo fino a toccare il "tetto del mondo".
La stagione 1986 si apre proprio all'insegna di Baresi. Coppa Italia 31 agosto Barletta Milan 0-3. Doppietta di Baresi e gol di Galderisi per poi ripetersi la settimana dopo il 7 settembre 86 Milan Ascoli 1.0 Coppa Italia.
Fino a questa data aveva già segnato 8 gol tra amichevoli e Coppa Italia. Il primo successo da ricordare fu la conquista del 1°scudetto targato Berlusconi.Il primo scudetto da Capitano.
Era il 15 maggio 1988. La Gazzetta dello Sport scrisse: Baresi ha regalato l'anima al Diavolo. Nove anni fa al fianco di Rivera vinse lo scudetto della stella, diventa lui il capitano e la bandiera.
I SUOI PREFERITI: IL FILM: Il colore viola. IL CANTANTE: Paul Simon
LA VACANZA: La Polinesia IL POSTO: Montecarlo IL LIBRO: La Bibbia
L'EPOCA: Il 1500
Iniziano i grandi anni di vittorie: da quella in Coppa Campioni a Barcellona contro lo Steaua,nel 1989 per poi passare attraverso l'Intercontinentale ed essere così Campioni del Mondo per Club sempre nello stesso anno, replicando nel 90 anche per l'Intercontinentale e nel 1994 vincendo la Coppa Campioni.
Nel suo palmares si possono trovare anche 3 Supercoppe europee 1989,1990 e 1994, 4 Supercoppe Italiane 1988 1992 1993 e 1994 1 Campionato del Mondo, 6 scudetti, (un mundialito per club) una Mitropa Cup 1982.
Il 5 novembre 1989 Franz tocca presenza 400 con la maglia del Milan.
Il Baresi capocannoniere lo si scopre il 10 gennaio 1990, Coppa Italia Milan Messina 6-0 tripletta di Baresi, doppietta di Borgonovo e Simone.
Il dato importante è che tutt'oggi nessun attaccante tra i migliori al mondo da Van Basten a Maradona da quella data ha mai battuto quel record che ancora oggi è in comproprietà con Altafini che l'aveva stabilito nel 1966, ma lui era un attaccante!
Sacchi lascia il Milan e arriva come allenatore Fabio Capello un grande allenatore molto diverso da Sacchi. Capello capisce che la squadra spremuta dai metodi di Sacchi, ha bisogno di essere più libera da quegli schemi opprimenti e riottiene grandissimi risultati nonostante il tre grandi olandesi li potè utilizzare con il contagocce.
La difesa imperforabile fu il più grande attacco del Milan.
Il 23 febbraio 92 Franz taglia il traguardo riservato ai grandi: 500 partite con il Milan.
Nel 1994 durante il Mondiale in America si infortuna al menisco. Viene subito operato e mentre per altri si sarebbe detto mondiale finito, lui riesce nella grande impresa di giocare una finale mondiale dopo soli 23 giorni dall'operazione!Gioca una partita unaninamente definita incredibile, fantastica, da leggenda.
Vederlo correre e scattare pensando che erano passati solo 23 giorni dall'operazione è emozionante. Va oltre e gioca anche i supplementari.
Si va ai rigori e Franco non ce la fa più. Tutti si guardano in faccia, nessuno vuole tirare il primo rigore. Va lui, è il Capitano, lo sa nonostante non si regga più in piedi.
Sbaglia. Scoppia a piangere, sbagliano anche altri, ma il suo pianto dimostra ancora una volta l'umanità di un uomo, un campione che colpisce tutti.
Il 4 ottobre 1994 Franco Baresi dopo 81 presenze in nazionale annuncia il suo addio.
Il campionato 1995 1996 non poteva iniziare meglio..
Prima di campionato Padova Milan 1-2 assist di Weah gol di Baresi! Ultimo suo gol.In tutto 33 gol tra campionato e coppa più quello che segnerà nel Testimonial Game partita d'addio!
Il 17 ottobre 1995 Rivera passa a Baresi: 655 in rossonero come Rivera con il Milan.
Il 6 aprile 1996 Baresi tocca presenza 501 eguagliando e poi superando allora Rivera primatista assoluto nella storia del Milan, ma Rivera non veniva dal Milan. Capello va via e arriva l'uruguiano Tabarez.
Il 1997 è un anno triste per i tifosi del Milan: è l'ultimo anno che si son potuti godere il loro Capitano in campo: il suo entrare in campo con la maglia fuori, il suo spingersi in avanti all'attacco per tirare la squadra quando era in difficoltà, le sue urla in campo e silenzi ancor più rumorosi fuori dal rettangolo di gioco. Il suo braccio alzato a segnare il fuorigioco contestato da qualcuno, soprattutto tifosi avversari, ma mai riusciti a copiarlo..
Ma non ci sono mai riusciti.
L'inizio della stagione n.20 non è dei più facili a causa di un infortunio. Gioca in coppa Italia, la coppa più snobbata che ci sia e si infortuna. Quando ritorna contro la Roma all'Olimpico, dopo un mese un'altra brutta botta lo ferma.
Senza di lui, la difesa non è la stessa. Arriva Pietro Vierchowod.
Il 19 gennaio tocca la partita n.700 e "pensa a voce alta" in un articolo di Alberto Costa che a fine stagione smette. Vengono fatte molte proposte da squadre estere per averlo con loro, facendogli in molti casi offerte faraoniche. A nessuno che abbia 37 anni vengono offerte cifre così importanti.
Se fosse stato un altro tipo di persona, avrebbe accettato subito, ma lui no.
Sua moglie Maura, "un pò la capitana in II° del Milan", dice: "E' stato un atto d'amore"
 Arriva la data fatidica: 23 giugno 1997 il Capitano (con c rigorosamente maiuscola) lascia il calcio giocato: sarà vicepresidente operativo con delega al settore giovanile. Il detto "i giocatori passano la dirigenza resta" nel suo caso è la frase più sbagliata, Liedhom disse: "Il Milan non ci sarà più quando non ci sarà più Baresi".
Nel periodo della sentenza Bosman dove le squadre vengono private delle proprie identità, con squadre strapiene di stranieri e giocatori in genere che sono interessati solo all'ingaggio e ai soldi, nella sua saggezza c'era molto di vero.
 
23.6.1997. Su autorizzazione della Lega Calcio, la maglia n.6 del Milan viene ritirata. Nessuno potrà mai più indossare quel numero.
Ad ottobre viene organizzata la partita d'addio. Si chiama Testimonial Game, meglio che addio, si festeggia il più grande Campione e Libero del mondo. Probabilmente se fosse stato straniero, avrebbe vinto anche qualche riconoscimento come il pallone d'oro...
E' il 28 ottobre 1997. E' il grande giorno, S.Siro è in festa, tutto per lui.
Per l'occasione vengono organizzate cose importanti: al Museo Milan Inter a S.Siro, c'è l'annullo del francobollo, un francobollo fatto apposta per lui e tanto altre iniziative come l'asta delle maglie dei giocatori di quella magnifica serata e Telelombardia capitanata da Giorgio Micheletti omaggia Franco con una trasmissione chiamata Testimonial Game dal nome della serata, preceduta da special e interviste fatte partire settimane prima fino ad arrivare all'evento.
Sotto la sua gestione, il settore giovanile torna a rifiorire e a fare risultati che mancavano da molti anni ormai: La squadra Primavera vince il trofeo di Viareggio, trofeo molto ambito a livello internazionale come vetrina per giovani, 37 anni dopo l'ultimo trofeo del Milan, nel 1960, anche anno di nascita di Baresi, arriva la doppia vittoria del Trofeo Arco nel 2000 e 2002.
Lui è vicepresidente, dirigente, ma è sul campo ad allenarsi con i ragazzi.... quella è la sua vita e infatti dopo 3 anni ritorna sui banchi di scuola..si iscrive al corso di Coverciano per diventare allenatore. Poi diventa allenatore della Primavera e fa altre esperienze all'interno del Milan.
Oggi lavora nel settore marketing. Oggi, anno 2010, sono passati 36 anni da quando nel 1974, entrò per la prima volta a Milanello, era allora tutto differente da oggi, ma allora come oggi lui c'è.

 

 

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