26 settembre 2018
L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE
Perché la frase storica di Milan Kundera? Perché oggi la Fiorentina è nel mezzo del significato del romanzo: il prezzo della libertà è la sensatezza dell’esistenza.
La Viola è libera di testa, è giovane, ha voglia di divertire e di divertirsi. Ma al tempo stesso si scontra con la realtà del calcio dove serve parecchio cinismo e tanta concretezza.
Nella vigilia della partita di ieri si sono sprecati complimenti: Zanetti ha detto che la Fiorentina è più squadra dell’Inter, Spalletti che Pioli è un bravo tecnico, il collega Bucciantini che Chiesa è un numero uno. Tutto questo ha messo sulle spalle dei ragazzi di Pioli un peso al quale per ora non sono abituati, ma che nel calcio devi imparare alla svelta a reggere se vuoi stare in alto abbastanza da toglierti soddisfazioni.
Ieri sera si sono scontrate le essenze del calcio: pragmatismo contro estetismo, fisico contro tecnica, grinta contro gioco.
Alla fine ha vinto il pragmatismo, il fisico, la grinta, cioè l’Inter. Ma la Fiorentina con la sua leggerezza d’essere ha capito di essere sulla strada giusta (anche se ancora molto lunga) e di aver dato ragione sia a Zanetti che a Bucciantini: ha dimostrato di essere più squadra e che Chiesa è davvero un numero Uno. Ha capito anche, così come era capitato a Napoli, che la sua differenza dalle grandi squadre è che quando commette un errore (vedi ieri sera Hugo) viene subito castigata mentre quando sono gli avversari a commetterne non è forte tanto quanto loro da approfittarne.
Ha capito di non avere una alternativa a Simeone (o una sua spalla vera) ma ha anche fatto vedere come l’intesa tra squadra e Pioli sia ai massimi livelli (e forse Spalletti qualche cosa ieri sera l’ha anche imparata). E tutto questo senza voler prendere in considerazione VAR ed arbitri vari: trincerarsi dietro questi episodi sarebbe mancare di rispetto a quello che in campo hanno fatto i giocatori in maglia viola.
Che forse tanto per proseguire nelle contaminazioni, ieri sera salutando gli avversari dovrebbero essere sentiti dire quello che disse Borg a McEnroe dopo averlo battuto a Wimbledon l’anno prima di ritirarsi: ”bella partita, l’anno prossimo vinci tu”.
CONTATTI:
Email: giorgio_micheletti@yahoo.it