Oggi è alla testa di una holding internazionale grazie a cui può dirmi tranquillamente di valere 50 miliardi. Ama la caccia, tanto al beccaccino quanto all'elefante (la caccia grossa egli dice dà emozioni e gioie ineffabili).
Non andava a San Siro da trenta-quarant'anni: ha accettato di andarci per il Bologna e non si è molto esaltato.
Conta di trasformare il Milan in una polisportiva sul cliché dei grandi clubs inglesi costituitisi in colonia o... paesi equipollenti (come l'Argentina e l'Uruguay).
Per questo si è affidato a Renato Tammaro, appassionato e fattivo dirigente della Riccardi.
Renato ha seguito la squadra a Bruges e ha parlato da ingenuo come c'era da aspettarsi da parte di uno della parrocchia atletica.
I giornalisti di calcio non chiedevano di meglio che far casino e l'hanno fatto.
Il Milan ha perso a Bruges e qualcuno darà la colpa a lui e a Duina, che certamente ha intenzione di far fuori Rocco.
Mi ha detto infatti (e io non l'ho scritto) che la posizione del mio amico in seno al consiglio del Milan è anomala: s'è mai sentito di un consigliere stipendiato come un tecnico e di un tecnico nominatosi consigliere?
Ancora: non basta il valido Trapattoni ad allenare e dirigere la squadra?
Non basterebbe Rivera, se non dovesse occuparsi d'altro che non sia il calcio?
Infatti, Duina, ha accettato di soccorrere Rivera (che non ha il becco d'un quattrino) a patto che lui diventi capo del «Tempo Libero» nelle aziende Duina, e soprattutto che lavori a vendere i posti-barca del porticciolo turistico di Sanremo, costruito dal Duina con la modica somma di venti miliardi.
Lo stipendio di Rivera non viene più pagato dal Milan, bensì da Duina, e non supera i trenta milioni annui.
Questo significa che Duina non ha nessuna intenzione di lasciar pagare dal Milan un giocatore-dirigente valutato come il Rivera dei bei tempi andati.
Tutto mi sembra molto chiaro e pratico, secondo la natura di Duina.
Tolto di mezzo il giocatore-dirigente Rivera (che Rocco si è affrettato a rivolere in squadra), neanche i suoi tecnici personali avrebbero più ragion d' essere. Può darsi che mi sbagli ma, tutto sommato, me par minga. Ciao, Boffell: e viva sempre il Milan