Presentazione di
Giorgio Micheletti
Come sempre il Maggioni-Righi non si smentisce. Come se i suoi organizzatori, facendo parte di una scuola di alta magia riuscissero ogni volta ad estrarre dal cilindro un coniglio sempre più bello e interessante. Questa volta è il turno della
Nazionale Usa, Paese da sempre affascinante ma che dal punto di vista del calcio è stato forse sempre un po’ indietro.
Ora con l’esplosione della MLS e l’importazione di grandi campioni molti dei quali italiani (vedi Giovinco tanto per restare all’interno della regionalità) è diventato un campionato di riferimento.
Quale migliore occasione quindi di vedere all’opera il meglio del meglio anche per stabilire a che punto di bravura siano arrivati. Di contrapposto sempre curiosità desta la formazione del’Helsinki: i finlandesi invece indietro nel pallone ci sono ancora anche se a volte qualche campione nasce (nella memoria di tutti c‘è ancora Jari Litmanen)e qualche giocatore almeno in Italia si vede (ad esempio Hetemaj nel Chievo e Moisander nella Samp). Sul sicuro si va invece con la Dinamo Mosca che è ormai entrata a far parte dell’alta nobiltà del calcio grazie soprattutto agli investimenti che sono sempre tanti e generosi.
Nel panorama italiano conferme arrivano da Juve e Toro senza le quali il Maggioni non si può ovviamente fare, ma almeno personalmente mi incuriosisce la Pro Vercelli non solo per la possibilità di rivedere delle gloriose maglie ma perché credo che sia tra le realtà della
serie B quella che maggiormente (non da ora ma da sempre) ha guardato i giovani con occhi molto attenti. Genoa e Samp sono a loro volta delle sicurezze e delle garanzie di spettacolo mentre chiude l’Atalanta che si può considerare un po’ l’Ajax d’Italia visto la quantità e la frequenza con la quale sforna talenti che poi piazza in giro per l’Italia (ultimi in ordine di tempo Baselli al Torino e Grassi al Napoli).
Insomma come si può capire un torneo che come sempre ha messo davanti a tutto la qualità degli interpreti e la serenità degli ospiti, elementi che non escono mai dalle menti dei ‘papà’ del Maggioni-Righi.
Giorgio Micheletti
