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CALCIOPOLI 2006

Il calcio è un patrimonio dell'Italia, lo sport più popolare, un fenomeno di rilevanza sociale, che ha unito e diviso gli italiani ma tutti a tifare per la squadra di appartenenza, che ha fatto vendere molte copie di giornali e fatto scrivere delle gesta i giornalisti..

CALCIOPOLI 
2006
 
Marcello Lippi e Luciano Moggi.
C’è qualche giornalista, anche tra quelli che si occupano soltanto di politica, arte, moda, cultura, scienze eccetera eccetera, che non sappia a chi appartengano questi nomi?
Marcello Lippi, Commissario Tecnico della Nazionale che porta in giro trionfalmente per il mondo il nome ITALIA, e Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, sono le due facce antitetiche del calcio italiano.calciopoli
 
Una ironica, aperta, , avvincente e vincente, l’altra ambigua, inquietante, talvolta intimidatoria.
Due facce tuttavia che hanno riempito schermi, teleschermi e migliaia di pagine di giornali di tutti i continenti e che hanno dato ai tifosi i dolori e le gioie più intense.
 
Il calcio insomma è materia che aiuta moltissimo a divertire i tifosi, a stimolare il loro senso critico, e soprattutto a vendere i giornali e i programmi radio-televisivi.
E’ anche un nostro patrimonio dunque , voglio dire un patrimonio di noi giornalisti che, in un secolo abbondante di storia , con i nostri articoli, con le radiocronache appassionanti di Nicolò Carosio e dei suoi successori, con i programmi televisivi della Televisione pubblica prima e di quelle private dopo l’abbiamo fatto crescere e l’abbiamo imposto all’attenzione degli italiani fino al punto da indurli a comprare a ben caro prezzo abbonamenti alle Pay-TV, biglietti d’accesso agli stadi e CD, gadget, magliette, bandiere e così via..
Se il calcio è anche nostro, d’altra parte, vuol dire che oggi noi abbiamo altresì il diritto-dovere di pretendere che questo calcio non inganni noi stessi, i nostri lettori o ascoltatori i tifosi che lo amano, gli scommettitori del totocalcio e delle agenzie di scommesse legalizzate, gli azionisti delle società calcistiche e che sia credibile, non condizionato da manovre scorrette o, peggio, devianti.
 
E invece, cosa è accaduto?
Un giorno di qualche anno fa, la Procura della Repubblica di Napoli ha cominciato a indagare sul fenomeno delle scommesse ed ha scoperto che, nonostante l’assoluto divieto imposto agli atleti dalle leggi sportive, molti calciatori continuavano a scommettere persino sui risultati di partite dei campionati nei quali giocavano. .
E indagando indagando, i magistrati dello Stato hanno messo insieme una raffica di intercettazioni telefoniche dalle quali balza fuori con clamorosa evidenza l’esistenza di una specie di "cupola mafiosa" ( così l'ha definita qualche magistrato napoletano) che condizionava molti risultati delle partite dei campionati di serie A e in definitiva anche l’assegnazione finale dello scudetto di campione d’Italia.
Apriti cielo!
 
E quante copie di giornali, quante trasmissioni televisive e radiofoniche, quante comunicazioni via internet e sms le facce di Moggi e Lippi hanno consentito a noi giornalisti di confezionare e di pubblicare tutti i santi giorni.
Le due facce insomma, hanno consentito ai giornalisti di dimostrare ancora una volta che il più popolare tra gli sport nell’intero orbe terraquo costituisce il propellente più importante e più entusiasmante per l’editoria italiana tutta.
 
Ho scritto “ancora una volta” perché prima dei giorni nostri, analoga dimostrazione il calcio aveva dato nel 1982, allorché l’Italia di Bearzot e di Pablito Rossi vinceva il suo terzo titolo di campione del mondo.
In quell’anno fatidico , per la prima volta nella storia del giornalismo italiano, la diffusione dei giornali quotidiani sfondava il tetto dei 5 milioni di copie e superava anche i 7 milioni.
Primatisti il Corriere dello Sport che, il giorno successivo al trionfo della Nazionale azzurra, batteva il record di un milione e seicentomila copie vendute , La Gazzetta dello Sport che superava il tetto di un milione e quattrocentomila.
Ma anche i quotidiani non sportivi superarono molto largamente, in quei giorni esaltanti, il limite abituale delle copie quotidiane vendute.
 
Tutto ciò prova e conferma che il calcio è ormai diventato un patrimonio inalienabile della cronaca, della cultura, dell’intrattenimento, un fenomeno sociale di elevatissima risonanza che gli italiani seguono con grande e divertita attenzione e che i mass-media raccontano con enfasi ma anche con apprezzati approfondimenti critici.
La procura di Napoli ha trasmesso le intercettazioni telefoniche alla presidenza della Federazione Italiana Gioco Calcio e il presidente Franco Carraro , anziché inviare subito il dossier agli organi disciplinari della federcalcio ha tenuto la scottante documentazione nel suo cassetto più nascosto per mesi e mesi.
Qualcuno però voleva evidentemente che le intercettazioni fossero rese pubbliche e così è esploso "Calciopoli" o (dal nome del presunto capo della cupola )"Maggiopoli", lo scandalo calcistico di cui tutte le cronache di tutti i mezzi di comunicazione nazionali e internazionali hanno raccontato per lungo e per largo le ambigue vicende.
Arbitri scelti ad hoc perché dirigessero le partite con un occhio di riguardo per le squadre dei "mammasantissima" : perché ammonissero e facessero quindi squalificare giocatori importanti alla vigilia di partite contro concorrenti nella corsa alle prima posizioni della classifica: campioni sottratti fraudolentemente alle leggi del libero mercato da procuratori che li pilotavano verso squadre e società amiche degli amici.
 
Uno scandalo senza confini che ha provocato una serie di terremoti a catena: La nomina di un Commissario Straordinario al vertice del calcio professionistico, il prof. Guido Rossi, le dimissioni del Presidente della Federcalcio Franco Carraro, del vicepresidente Mazzini e, successivamente, del Presidente della Lega Calcio di A e B Adriano Galliani; la rimozione in blocco dei designatori degli arbitri Bergamo e Pairetto , il passo indietro del Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Lanese, il totale rinnovamento degli organi della giustizia sportiva e infine il rinvio a giudizio anche dell’amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo, del Presidente della Fiorentina Della Valle e del fratello Diego, del Presidente della Lazio Lotito, del vicepresidente del Milan Galliani e di un pletora di personaggi più o meno noti, incastrati durante le indagini preliminari dell’Ufficio Indagini.
 
E incastrati sapete da chi?
Da quel capo dell’Ufficio Indagini nominato in fretta e furia in sostituzione del Generale della Finanza Pappa, all’esplodere dello scandalo, ovverosia un altro grosso nome che tutti ormai conosciamo e che del calcio peraltro non aveva mai saputo né voluto sapere nulla in precedenza, Francesco Saverio Borrelli.
 
Lo ricordate?
Prima di andare in pensione Borrelli era il capo del pool milanese di Magistrati denominato "Mani Pulite" Quello stesso "Pool" che ha cambiato la faccia dell’Italia politica, cancellando di fatto quasi tutti i partiti storici del secolo scorso: DC, PSI, PRI, PISD, PLI.
 
Onestamente, nessuno avrebbe potuto sospettare che il pensionato Borrelli, ex capo della Procura di Milano, potesse farsi coinvolgere in vicende di calcio, accettando addirittura un ruolo dal prestigio non adeguato al suo rango, quello di capo dell’Ufficio Indagini della Federcalcio, cioè a dire di capo degli ispettori della polizia sportiva.
Sarebbe stato molto più logico ritrovarlo nel ruolo, quanto meno, di capo della Procura Federale, quel prestigioso organo della Federcalcio che ha deciso chi rinviare a giudizio e con quali incolpazioni.
Ma Borrelli ha accettato stranamente di fare anche il semplice poliziotto.
Voleva capire perché il calcio fosse tanto popolare e ha così scoperto il fascino davvero irresistibile di quel mondo che tanta popolarità e tanti consensi (anche elettorali) ha dato, per esempio, anche al suo nemico storico, Silvio Berlusconi.
Così Borrelli si è ormai innamorato e infatti ha già promesso che continuerà a indagare sul calcio anche dopo che saranno terminati i processi di primo e secondo grado contro gli imputati più illustri di "Moggiopoli".
Intanto continua a studiarsi la sentenza di primo grado della Commissione d’Appello Federale che, come ormai noto, ha spedito in serie B Fiorentina, Lazio !!!!
 
DAVID MESSINA

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