ETICA E REGOLE
«Noi ha detto durante i momenti conviviali Carlo Regalia, Presidente dell’A.di.se – in società occupiamo una posizione chiave e se non stiamo alle regole e non obblighiamo chi lavora con noi a rispettarle non andiamo lontano.»
Il che vuol dire che il diesse ha nel suo Dna rispetto delle regole scritte, trasparenza di comportamenti e filosofia aziendale.
Claudio Garzelli, Vice Presidente,nella sua relazione, ha tenuto a sottolineare come il progetto dell’associazione abbia tre obiettivi principali: rafforzare le sinergie tra A.di.se e Figc (il Diesse è un tesserato da quando è iscritto nell’elenco speciale di categoria); rispetto delle regole con garanzia per società e singoli(nel mondo dilettantistico la creazione della figura crea cultura per il rispetto delle regole); riscrittura del ruolo (nel tempo si è assistito a variazioni delle competenze)
Molti dei partecipanti all’incontro hanno sottolineato come lavorino astretto contatto con il presidente, l’allenatore, i giocatori e tengano pure i rapporti con la stampa.
Questo, però, senza che nell’organigramma societario sia esplicitata con chiarezza la loro importanza.
Attenzione, però, la finalità dell’A.di.se non ha niente di sindacale.«A noi - hanno chiosato in coro i partecipanti - non interessa che la figura sia riconosciuta solo in apparenza, ci interessa la sostanza. E non solo sotto il profilo economico.»
BUONE NOTIZIE
Da Giancarlo Abete, Presidente della Federazione, che ha partecipato ai lavori, è arrivata una buona notizia, quella dell’ammissione al fondo di garanzia, come avviene per i giocatori:«Ma che - ha detto il presidente - dovrà avvenire soprattutto per i meriti acquisiti sul campo». Ma non è questa la battaglia principale.
Proprio per quella voglia di rispetto delle regole che anima i Diesse si è arrivati alla convinzione che anche le società dilettantistiche devono avere la possibilità di fruire della figura in questione «È chiaro che il rapporto di lavoro dovrà essere diverso a secondo si operi per una società professionistica o dilettantistica - ha affermato - l’avvocato Mattia Grassani, che ha tenuto un’interessante relazione sulla figura giuridica del Direttore Sportivo nei dilettanti così come già avviene per gli allenatori, anche i Direttori Sportivi stipuleranno accordi che saranno regolati dalle linee guida della Lega di appartenenza»
LA LEGA DICE SI
«Quando faccio una squadra mi auto-proclamo Direttore Sportivo, segretario e a volte anche allenatore.
Ma chi dice che lo sono realmente o chi garantisce lasocietà delle mie capacità?»
Questo è stato l’incipit dell’intervento di Carlo Tavecchio, Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, che ha dichiarato di accettare con molta soddisfazione l’apertura visto che, come Vice Presidente della Federazione, vuole che le regole vigenti siano rispettate.«Partendo dalla base - ha detto ancora Tavecchio - sarà o dovrebbe essere più facile far arrivare il messaggio al vertice.
Ma è necessaria una legge quadro per tutto il mondo dilettantistico.» È ovvio che si dovrà lavorare profondamente prima di vedere il risultato, ma se mai si inizia mai si vedranno i frutti.
Ecco quindi che diventa necessaria un’attenta preparazione e una griglia diaccesso al ruolo e alla professione molto rigida e tenuta da chi già sa.
I CORSI
I corsi Come già avviene, nei corsi di Coverciano, i Direttori Sportivi del futuro troveranno un programma adatto alla loro formazione.
Saranno corsi a due indirizzi(questa l’indicazione emersa dai lavori):uno tecnico amministrativo e uno propriamente sportivo.
Questo perché, come già detto, il ruolo ha tante sfaccettature, di conseguenza è anacronistico pensare che si debba conoscere una sola branca.
«Noi - hanno detto parecchi partecipanti - non vogliamo essere tuttologi, ma siamo portati, praticamente obbligati, a sapere un po’di tutto, perché il nostro ruolo ci porta ad avere conttaticon tutte le figure societarie.