Duina vs Rivera
L' Arciposta di Gianni Brera era una rubrica che Giuan Brera teneva settimanalmente sul Guerin Sportivo.
Ecco una selezione delle migliori domande/risposte che ci danno uno splendido spaccato dell'Italia pallonara della seconda metà degli anni 70
Gianni Brera in uno dei suoi scritti sul Guerin Sportivo
Caro Brera, hai detto che «el scior Vittóri» Duina va bene per il Milan, però mi pare che abbia incominciato molto male, rendendo noto proprio alla vigilia di Bruges-Milan l'intenzione di far fuori il tuo amico Nereo Rocco. Va bene che poi ha smentito, ma è chiaro che l'ineffabile Renato Tammaro parlava a suo nome. Non è così? Se puoi dirmene qualcosa, grazie, se no, prego; e cordiali saluti.
Caro Boffelli, ho considerato la conquista di Duina da parte di Rivera (spalleggiato dal chirurgo Pizzagalli) l'unico vero en plein nella sua carriera dirigenziale. Duina è un industriale-commerciante di grande abilità e di cultura anche notevole; non è il bruto-dinamico di tante storie, le lombarde: è uno che ha fatto regolari studi di economia e di quelli si è servito per costruire la propria fortuna.
Oggi è alla testa di una holding internazionale grazie a cui può dirmi tranquillamente di valere 50 miliardi. Ama la caccia, tanto al beccaccino quanto all'elefante (la caccia grossa egli dice dà emozioni e gioie ineffabili).
Non andava a San Siro da trenta-quarant'anni: ha accettato di andarci per il Bologna e non si è molto esaltato. Conta di trasformare il Milan in una polisportiva sul cliché dei grandi clubs inglesi costituitisi in colonia o... paesi equipollenti (come l'Argentina e l'Uruguay).
Per questo si è affidato a Renato Tammaro, appassionato e fattivo dirigente della Riccardi. Renato ha seguito la squadra a Bruges e ha parlato da ingenuo come c'era da aspettarsi da parte di uno della parrocchia atletica.
I giornalisti di calcio non chiedevano di meglio che far casino e l'hanno fatto. Il Milan ha perso a Bruges e qualcuno darà la colpa a lui e a Duina, che certamente ha intenzione di far fuori Rocco.
Mi ha detto infatti (e io non l'ho scritto) che la posizione del mio amico in seno al consiglio del Milan è anomala: s'è mai sentito di un consigliere stipendiato come un tecnico e di un tecnico nominatosi consigliere? Ancora: non basta il valido Trapattoni ad allenare e dirigere la squadra? Non basterebbe Rivera, se non dovesse occuparsi d'altro che non sia il calcio?
Infatti, Duina, ha accettato di soccorrere Rivera (che non ha il becco d'un quattrino) a patto che lui diventi capo del «Tempo Libero» nelle aziende Duina, e soprattutto che lavori a vendere i posti-barca del porticciolo turistico di Sanremo, costruito dal Duina con la modica somma di venti miliardi.
Lo stipendio di Rivera non viene più pagato dal Milan, bensì da Duina, e non supera i trenta milioni annui. Questo significa che Duina non ha nessuna intenzione di lasciar pagare dal Milan un giocatore-dirigente valutato come il Rivera dei bei tempi andati. Tutto mi sembra molto chiaro e pratico, secondo la natura di Duina.
Tolto di mezzo il giocatore-dirigente Rivera (che Rocco si è affrettato a rivolere in squadra), neanche i suoi tecnici personali avrebbero più ragion d' essere. Può darsi che mi sbagli ma, tutto sommato, me par minga. Ciao, Boffell: e viva sempre il Milan
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