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LA RIVOLTA DEGLI ONESTI

In La rivolta degli Onesti, david messina ci descrive una visione del calcio con un presente ed un futuro a nuvole nere preoccupante e preoccupato, come l'aumento della violenza e del pensiero della furbizia sia in campo che fuori campo tra vari soggetti siano calciatori, ultras operatori..

LA RIVOLTA DEGLI ONESTI
 
E’ proprio giunto il momento di urlare un allarmatissimo: basta!
Sul calcio sta per abbattersi “una nuvola d’ira”, come direbbe il dimenticato Giovanni Arpino.
Una nuvola che avvolge tutto e tutti, nasconde le magagne, le violenze più orripilanti, offre anfratti, ombre e complicità a coloro che al calcio chiedono tutto e non danno niente.
 
Sono preoccupanti non soltanto le violenze che si consumano in campo tra gli stessi giocatori e quelle che si consumano fuori campo tra giocatori, tra gli ultras del tifo, tra faccendieri e operatori più o meno occulti pronti a ricorrere a qualsiasi mezzo pur di spremere miliardi.
Sono preoccupanti ripeto anche l’acquiescenza, la rassegnazione, la complicità quasi con cui troppe persone che pur hanno moltissime responsabilità accettano tutto e in certo senso lo giustificano.
Gli ultras attaccano la polizia?
Colpa della società ingiusta e corrotta.
I giocatori si picchiano, simulano, tentano colpi proibiti con la chiara intenzione di far male agli avversari?
Fa parte del gioco, il calcio è uno sport per uomini duri, non per signorine.
Gli operatori premono perché il calcio mercato sia aperto tutto l’anno, perché le frontiere vengano abbattute e possano essere importati illimitatamente giocatori di tutte le nazionalità, di tutti i colori?
 
Va bene così, salvo poi ad alzare alti lai perché le squadre costituite da 15 o 16 stranieri tutti di nazionalità diverse non riescono a far gruppo, non hanno più intesa non sanno più esprimersi secondo concetti e principi tattici omogenei.
Particolarmente preoccupante, insisto, è anche l’incuria, la superficialità con cui una certa parte della critica si rassegna a violenze di ogni tipo.
Dobbiamo essere proprio noi giornalisti per primi a denunciare la violenza, a rivendicare il diritto di frequentare gli stadi senza correre rischi personali e ad imporre a chiunque il dovere di rispettare l’incolumità fisica e la sensibilità umana delle persone perbene che intendono esercitare il diritto di accedere liberamente e felicemente agli stadi insieme alle loro famiglie.
Ci vuole davvero una rivolta degli onesti, il levarsi prepotente di un ruggito dei mansueti.
E bisogna fare appello a tutte le istituzioni del calcio, nazionali e internazionali, e a tutti i dirigenti di buona volontà perché vengano adottate le misure necessarie e sufficienti a combattere la violenza in ogni sua manifestazione.
Ritorniamo allo sport, ai suoi valori, al piacere di stare insieme e di misurarsi lealmente gli uni contro gli altri. Sia benvenuta la tempestività e la severità con cui il giudice sportivo ha accertato e punito il pugno di Montero a Di Biagio, grazie all’utilizzo della prova televisiva.
La Tv è lo strumento che ha reso il calcio ricco a miliardi, popolare ed amato in tutti i paesi ed anche nei luoghi più inaccessibili di ciascun paese.
Adesso il calcio accetti che la TV si nobiliti, trasformandosi nello sceriffo buono che contribuisce a renderlo sempre più corretto, sempre più onesto e leale. Sono ormai anacronistiche, sono d’accordo con Tosatti e con il Corriere della Sera, le capziose limitazioni all’uso della prova televisiva. Se l’occhio delle telecamere scopre i violenti, i violenti siano puniti anche se gli arbitri non hanno visto o hanno sottovalutato la gravità del gesto violento.
Non dimentichino i giocatori, gli allenatori, i dirigenti e i “mammasantissima” delle Leghe, della Federcalcio e del CONI che “i bambini ci guardano” come ammoniva De Sica molti decenni fa.
I bambini ci guardano, ci giudicano, imparano.
E credono di poter diventare uomini duri anche loro, imitando o mutuando gli atteggiamenti più scorretti degli eroi della domenica.
Bisogna che nasca un grande movimento d’opinione per restituire il calcio alla sua dimensione umana e sportiva.
Chi ha animo puro e buona volontà contribuisca a farlo nascere, questo grande movimento d’opinione.
 
DAVID MESSINA

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