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FUORI I MERCANTI DAL CALCIO

fuori i mercanti dal calcio, campagne di trasferimento aperte per lunghi periodi, accordi tra fifa e uefa per disciplinare la materia dei trasferimenti di calciatori che destabilizzano gli spogliatoi...

FUORI I MERCANTI DAL CALCIO

Fuori i mercanti dal calcio, scrivevo qualche tempo fa.

E aggiungevo che la prima arma efficace per restituire parzialmente il calcio allo sport e ai suoi valori reali era quella di ridurre sensibilmente il periodo di apertura del calcio-mercato.

Le campagne di trasferimento aperte ripetutamente e per lunghi periodi provocavano effetti disastrosi: destabilizzavano gli spogliatoi, consentendo ai giocatori di ricattare gli allenatori; inducevano gli stessi giocatori a nascondere eventuali infortuni per non essere accantonati e sostituiti da nuovi acquisti; toglievano autorità e prestigio agli allenatori; mettevano nelle mani dei procuratori odiosi strumenti di ricatto nei confronti dei presidenti.

Tutte queste motivazioni hanno fatto breccia evidentemente anche a Bruxelles, in sede di Unione Europea.

Tutti i giornali sono oggi ridondanti degli accordi raggiunti dall’UE con la FIFA e l’UEFA per disciplinare la complessa e delicata materia dei trasferimenti dei giocatori.
E questi accordi sanciscono innanzitutto l’obbligo delle varie federazioni e leghe professionistiche europee a ridurre drasticamente i tempi di apertura del calcio mercato.
Le liste di trasferimento dovranno essere aperte soltanto per un periodo relativamente lungo in estate e per un periodo brevissimo in autunno.
Esattamente come avvenuto in Italia per circa 40 anni, prima che i mercanti invadessero il tempio del calcio professionistico e abbattessero ogni limite alla circolazione dei calciatori professionisti.
Ma estremamente importanti, da sottolineare con soddisfazione, sono altri punti degli accordi UE- FIFA- UEFA.
Per esempio, quegli accordi che disciplinano i trasferimenti dei giovani e soprattutto degli Under 18.
I contratti di trasferimento dei giocatori di età inferiore ai 18 anni saranno validi soltanto se i club che acquistano i giovanissimi si impegneranno formalmente a garantire, oltre alla formazione calcistica, anche quella scolastica e sociale.
Una autentica irruzione dell’UE nel magma di quel calcio professionistico che, fatta eccezione per alcune grandi società italiane come le due milanesi e alcune benemerite provinciali come l’Atalanta, il Brescia e il Torino, non ha mai mostrato molta attenzione alla tutela dei giovanissimi e soprattutto di quelli che, dopo aver fallito la vie del calcio professionistico, si sono ritrovati senza arte ne parte. Gli accordi mirano inoltre ad impedire che i prezzi dei trasferimenti dei calciatori sfondino qualunque tetto e raggiungano livelli scandalosi, oltre i 100 miliardi.
Mirano altresì a fare in modo che i contratti di trasferimento abbiano una durata effettiva di un minimo di 2 o 3 anni, prescrivendo dure sanzioni per i giocatori sotto i 28 anni che rescindono contratti quinquennali o quadriennali prima dei 3 anni, e per quei giocatori oltre i 28 anni che rescindono contratti triennali o quadriennali prima dei 2 anni.
Naturalmente, l’abbassamento forzato dei prezzi di trasferimento dei calciatori penalizzano innanzitutto le società medio-piccole che hanno splendidi vivai, come l’Atalanta o il Brescia.
Ma tarpano le ali anche a quei calciatori che hanno fatto dei trasferimenti annuali una fonte incontrollabile di guadagni o al contrario agli altri che mirano a una maggiore tutela del loro rapporto di lavoro con le società di appartenenza. Questo vuol dire che hanno effettivi motivi di protestare sia le associazioni dei calciatori, sia le piccole e medie società professionistiche.
Il ché dovrebbe indurre l’avvocato Campana e i presidenti delle società professionistiche a sedersi attorno ad un unico tavolo ed a cominciare ad a attuare quella politica di cooperazione effettiva che finora è sempre rimasta soltanto sulla carta.
Neppure a Bruxelles l’Associazione Italiana dei Calciatori e la Federazione Europea dei Calciatori sono state invitate a partecipare ai lavori con l’UE, la FIFA e l’UEFA..
Campana da parte sua era già stato escluso dai vari vertici indetti dal Ministero degli Interni con la FIGC per lo studio di un’efficace politica contro la violenza negli stadi, Adesso è stato tenuto ai margini anche se si discuteva di un argomento che coinvolge direttamente e massicciamente i calciatori, il calcio-mercato, la tutela degli atleti. Davvero sconcertante!

DAVID MESSINA
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