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BARESI, SMETTO O NON SMETTO?

baresi dubita del suo futuro non sa ancora se smettere o no preferisce vivere alla giornata non vuole fare programmazione sul futuro

7 settembre '94

Oggi sono qui, domani chissà: magari fra tre mesi non ho più voglia e lascio tutto"

"Sono a disposizione dell'Italia finché il cittì lo vorrà e finché avrò entusiasmo" "Alla mia età non voglio fare programmi, ai prossimi Europei neanche ci penso"

Il libero è fatalista: "meglio vivere alla giornata e pensare a questa partita con la Slovenia" "Potrei anche non essere più quello di prima: un tempo ero io a rimediare agli errori degli altri, ora sono i compagni" Per fortuna ho grandi campioni al mio fianco che mi aiutano a sopperire a certe deficienze"

FIRENZE - Ci ha pensato su una notte, si è voltato a guardare indietro, ha riflettuto. Forse c'entra anche la Slovenia che, ormai è storia, sembra suscitare in lui progetti di abbandono. O forse è tutto un involontario bluff: Franco Baresi che non ama ipotecare il futuro, che comincia a pensare al ritiro, ma che, alla fine, Dubbi ci stupirà giocando alla grande i prossimi Europei o, chissà che l'iperbole di Sacchi non si riveli veritiera, anche i lontanissimi mondiali francesi.

E' tutta questione di tempo, si tratta di aspettare e goderci il più possibile il Baresi di oggi, un miracolo di longevità ai massimi livelli, un mostro di bravura: "I mondiali del '98? No, non scherziamo come potrei pensarci? Oggi sono qui, domani non saprei, non voglio programmare niente, vedo difficile anche il traguardo dei prossimi Europei, neppure ci penso.
Alla mia età si deve vivere alla giornata, cercando di star bene. Inutile scrutare il futuro. Sono a disposizione della nazionale, finchè Sacchi lo vorrà e finchè io avrò voglia ed entusiasmo"
Alla sua età, meglio al suo irragiungibile livello,la sfida contro il tempo va vissuta giorno per giorno; "Magari tra tre mesi non ho più voglia e smetto, magari no. E stavolta non mi riferisco solo alla Nazionale."
 
Il Milan e Sacchi che lo conoscono bene, sembrano pensare il contrario, Baresi, ha assicurato il cittì, può andare avanti fino al '98.
Lui preferisce restare nell'incertezza: "Contro la Slovenia ritirerò l'ottantunesimo gettone azzurro, sono alla diciassettesima stagione con il Milan, cosa dovrei pensare?" Il tempo non si è fermato, neppure per Franco Baresi, ma proprio qui sta l'incredibile: non è più lo stesso di qualche anno fa, eppure riesce ad essere grande allo stesso modo.
O forse, sotto certi punti di vista, ancora di più: "Miracolo? No, non è il mio caso. Contano la passione, l'entusiasmo e ovviamente, una certa disciplina.
Se mi accorgo che non sono più quello di un tempo? Ovvio, il difficile sta nel fare in modo che non se ne accorgano gli altri. Prima mi spingevo in attacco quattro o cinque volte a partita, ora mi limito ad una e a volte neppure a quella e faccio più fatica a recuperare."
La finale con il Brasile ha stagliato una figura forse ancora più grande di campione: "In quella partita mi ha tenuto in piedi la forza che avevo dentro. Non so se sia stata la migliore partita che ho disputato con la maglia della nazionale, certo nessuno si aspettava che potessi reggere fino in fondo."
Tre tre mesi, dice, e tutto potrebbe apparire diverso da questi giorni, che lo vedono vestire di nuovo la maglia azzurra dopo l'ennesimo proposito di ritiro appena rientrato. Ma chi crede a un Baresi prossimo a chiudere la carriera?
 
"Deciderò comunque a fine stagione (quando scade il contratto con il Milan, ndr) se continuare o meno con il calcio, molto dipenderà da come mi sentirò. A volte mi guardo indietro e mi sembra che questi diciassette anni siano volati.
Il calcio nel frattempo è profondamente cambiato, il gioco si è fatto più veloce, bisogna ragionare molto più in fretta. Il più grande rammarico della carriera è il più recente: "Quel rigore sbagliato in finale, l'occasione perduta, quando era a portata di mano, di vincere il mondiale.
Ne ho già uno in bacheca, quello dell'82 facevo parte del gruppo, ma era decisamente un'altra cosa. In fondo mi ritengo comunque fortunato, ho disputato tre mondiali, conquistato un primo, un terzo e un secondo posto" ('82,'90,'94 nell'86 era assente).
In fondo, l'unico trofeo che realmente gli manca è un titolo europeo con l'Italia. Uno stimolo in più per arrivare al '96? "No mi spiace, oggi proprio non ci penso, la mia presenza in Inghilterra mi sembra piuttosto difficile"
 
Ride, forse è l'aria della Slovenia ad ispirargli certe riflessioni. Due anni fa, tornando da Lubiana aveva annunciato lo stop con la Nazionale: "Ripeto, meglio vivere alla giornata. Penso a quella partita, dovremo stare attenti, in queste occasioni abbiamo tutto da perdere, i nostri avversari tutto da guadagnare."
La nuova avventura, forse l'ultima per Baresi giocatore sta per cominciare:"Per fortuna ho grandi campioni al mio fianco, che mi aiutano a sopperire certe deficienze".
Sembra quasi uno scherzo, si diverte a fare il "vecchietto": "Fino a poco tempo fa, ero io a metterci una pezza, ora è il contrario. Quando smetterò, vorrei restare nel calcio.
Allenatore? No, sarebbe come ricominciare da capo, viaggi e stress. Preferirei un ruolo un pò più tranquillo, tra squadra e società." I dirigenti rossoneri stiano sereni, passerà ancora molto tempo.
 
Sandro Bartoli
Tuttosport

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